Si parla di Fenoglio con la Scuola Holden

Si chiama “Holden Classics, i mostri sacri della letteratura, addomesticati” ed è il nuovo progetto della Scuola Holden di Torino, la prima scuola di scrittura in Italia fondata da Alessandro Baricco, a cui la nostra scuola ha aderito quest’anno per la seconda volta visto il grande successo della passata edizione.

Sul sito della Holden si legge, nella presentazione del progetto: “Di solito mandiamo uno scrittore o una scrittrice nella vostra scuola e lo/la mettiamo in una stanza, insieme alla classe e a un mostro sacro della letteratura. Poi chiudiamo la porta e lasciamo che autori e autrici raccontino tutto quello che sanno del libro che hanno scelto di raccontare. L’obiettivo è che, alla fine della lezione, i mostri letterari siano addomesticati a dovere. E se poi dovessero nascere anche dei grandi amori, non potremo che dirci soddisfatti”.

Ma quest’anno un’aula non è bastata perché le classi che hanno aderito sono state moltissime  e quindi si è scelto come luogo dell’incontro l’auditorium da 200 posti! E queste numerose presenze sono state dovute soprattutto al contagioso entusiasmo dei docenti del Dipartimento di Lettere, sempre attenti alle nuove sfide, e all’ottima organizzazione della prof.ssa Giulia Andruetto, che è stata anche relatrice, affiancando sul palco l’autore della Scuola Holden.

Lo scrittore era Alessio Romano, il classico di cui ha parlato era “La malora” di Beppe Fenoglio.

Con una narrazione cruda e intensa che scava nelle viscere delle Langhe,  La malora di Beppe Fenoglio è il ritratto di un’Italia rurale segnata dalla miseria, ma anche dalla straordinaria forza umana di chi lotta per sopravvivere. Povertà, amore e coraggio si intrecciano nella storia di Agostino, giovane contadino, in un racconto che vibra di determinazione e struggimento. Romano ha delineato i legami tra questa opera e il resto della produzione fenogliana, richiamando l’afflato lirico di Pavese e la leggerezza malinconica di Calvino. “Fenoglio,” ha detto, “dà voce a una terra e a un’umanità che parlano a tutte le epoche”. Un viaggio nella memoria e nella resistenza, dove le Langhe diventano non solo sfondo, ma protagoniste.